Non aprite quella porta ....
Arriviamo al Palacus, al n°1 di Cemetery Lane, al calar della sera. Per la prima volta, dopo anni, mi appare sotto una luce sinistra, quasi spettrale. Nel parco antistante, tra la nebbiolina si intravedono fuochi fatui, ultimo segno spiritico delle anime elette che hanno albergato in questo luogo quali Polito, Bosio, Mantovani, Venezia passati a miglior vita (Pro Patria, Igor Novara, Gorgonzola). Oltre il portone cigolante della palestra intravedo due giovani e pallide atlete di casa: Oliva e Pistocchi, le uniche che non sono riuscite a fuggire da questo luogo abbandonato da Dio, rimanendo intrappolate nella Rete. Coraggio, verranno tempi migliori.
Poco più in là il carismatico coach Fabrizio Zio Itt Bonfanti e il primo allenatore Luca Fester Longoni sono impegnati ad ultimare i preparativi pre-partita con un classico rituale propiziatorio voodoo che assicurerà la vittoria del match. Illusi. Il vero rito voodoo, per essere infallibile, deve prevedere un sacrificio umano o di un galletto. Al Palanatta potete trovare un "confermatissimo" soggetto che fa il caso vostro e che soddisfa entrambi tali requisiti. Tutta la pallavolo moderna vi sarà eternamente grata.
La partita non ha fornito grandi emozioni o sorprese. Poco più di un’amichevole dove la visettina Nicky Mano Osella si divertiva a schiacciare i palloni quasi fossero le bollicine d’aria della plastica da imballaggio.
Ma lasciamo perdere la partita. Vorrei invece parlarvi della mia nuova occupazione: Addetto in seconda all'arbitro. Un’attività che svolgo con puro spirito di volontariato cui penso di essere portato naturalmente. Ora vi spiego. Il primo addetto (quello ufficiale della società) lo accoglie e lo segue nelle fasi preliminari (mostra lo spogliatoio, porta i documenti delle atlete, cerca di corromperlo etc,etc …), poi, una volta iniziata la partita lo affida a me. Il mio compito è quello di fargli notare in tempo reale tutti gli errori di valutazione che commette. E’ un compito di grande responsabilità. Spesso devo urlare a squarciagola per segnalare sviste o errori. In fondo sono come un video-check in carne e ossa . Tra le mie incombenze c'è pure quella di ricordargli insistentemente che deve morire (l’antico e saggio “memento mori”) per conservare umiltà e moderazione nello svolgimento di un compito così delicato.
Devo ammettere che l'arbitro di ieri sera é stato particolarmente impegnativo. Aveva un modo tutto suo di interpretare le regole. A volte pareva che fischiasse i falli della partita di basket sul campo attiguo al nostro. In un paio di occasioni ha fischiato fallo di sfondamento e "passi", minacciando il cartellino agli attoniti allenatori. Bah
Credo comunque che sia rimasto soddisfatto della mia assistenza puntuale e devota. Alla fine l'ho guidato gentilmente sottobraccio fino all'uscita dove lo attendeva il fido pastore tedesco e il bastone bianco.
Alla prossima.